I mulini, i forni, il pane

L’acqua, sin dagli albori dell’umanità, porta intrinsecamente un valore inestimabile come legante per le innumerevoli comunità sorte intorno ad essa.
Chamois sorge su un altopiano ricco di questo elemento vitale (il territorio conta 24 sorgenti), drenato dai torrenti Chamois e Saverou, tributari a sinistra del Marmore.

Ben se ne accorsero i primi abitanti, che cominciarono a dissodare e popolare l’area con la progressiva espansione demografica che seguì l’anno Mille. Essi poterono così avvalersi di un territorio ben esposto a sud e sudovest che, nonostante la quota (circa 1800 metri s.l.m.) e grazie al lavoro ed al talento degli agricoltori, prestarono alla coltivazione di segale, frumento, orzo e avena.

Dalle parole di monsignor Della Chiesa, vescovo di Saluzzo, nel manoscritto Relatione dello stato presente del Piemonte del 1635:
«Quelli della Valle d’Osta sono, nel causare il frutto della terra, sopramodo ingegnosi», stupito nel constatare che «seminati i grani, che diresti questi nascer sopra i sassi».

Sulle sponde del torrente Chamois furono poi eretti i mulini ad acqua necessari per la trasformazione della produzione cerealicola, che fomentarono certamente lo sviluppo delle frazioni che li affiancano. Se dei mulini di La Ville e Crépin sopravvivono ad oggi scarsi ruderi, quello di Corgnolaz, in disuso sin dagli anni ’60, è stato oggetto di restauro.

Macina del mulino di Corgnolaz
Macina del mulino di Corgnolaz – foto di Gian Mario Navillod

Come arrivavano le macine ai mulini di Chamois prima della costruzione della funivia?

Partecipe del processo di aggregazione della popolazione è stata anche la panificazione, che decorre naturalmente dalla macinatura dei cereali fondamentali per il sostentamento delle comunità. Sussistono ad oggi tre forni comunitari nelle frazioni Suisse, La Ville e Corgnolaz.
Proprio in quest’ultima frazione la riabilitazione dell’antico forno permette la produzione, durante gli eventi festivi, del tradizionale pane nero: la farina di segale, cereale dominante nelle colture montane per via della sua resistenza al freddo ed all’aridità, è l’ingrediente maestro che da a questo pane il suo colore scuro ed il suo sapore rustico, insieme a proporzioni variabili di avena e frumento integrale.

L’edizione 2023 della Festa Transfrontaliera “Lo Pan Ner” – I Pani delle Alpi, grazie al lavoro di Lauro e Simone, ha insignito il forno di Corgnolaz del primo premio per il loro miglior pane creativo e del terzo posto per il pane con almeno il 30% di segale e lievito madre.

L’ancor più entusiasmante edizione 2024 assegna il primo premio al forno di Suisse ed il terzo premio al forno di Corgnolaz per il miglior pane nero con 30% di segale e lievito compresso, ed il secondo posto al forno di Corgnolaz per il miglior pane creativo.

Il forno di Corgnolaz

PHOTO GALLERY
I mulini, i forni, il pane